30 mag 2016

I tre tipi di risveglio

"C’è un insegnamento riguardo ai tre tipi di risveglio:

  •  risveglio dal sogno dopo un sonno normale,
  •  risveglio alla morte dal sogno della vita,
  •  risveglio nella piena illuminazione dal sogno della delusione.
 Questi insegnamenti dicono che, quando moriamo, è come se ci svegliassimo da un lunghissimo sogno."


 (da "Se il mondo ti crolla addosso (Universale economica. Oriente)" di Pema Chödrön, R. Gerola)

28 mag 2016

SUTRA DEL CUORE (PRAJNAPARAMITA) – LA TRADUZIONE DI THICH NHAT HANH

SUTRA DEL CUORE (PRAJNAPARAMITA) – LA TRADUZIONE DI THICH NHAT HANH

Il maestro zen Thich Nhat Hanh ha completato questa traduzione in inglese delSutra del Cuore l’11 settembre 2014, poche settimane prima di essere ricoverato in ospedale. Il testo è destinato a essere utilizzato sotto forma di canto nella pratica e nelle cerimonie di Plum Village, dove risiede la comunità dei monaci della tradizione di Thich Nhat Hanh stesso. Il testo può risultare di non facile comprensione, pertanto può essere utile leggere il commento di Thich Nhat Hanh che lo accompagna, scritto per spiegare i motivi della nuova traduzione. Si veda anche il commento di Shunryu Suzuki.

 

La comprensione profonda che ci conduce all’altra riva

Avalokiteshvara,
essendosi immerso nella pratica della comprensione profonda
che ci conduce all’altra riva,
all’improvviso scoprì
che i cinque skandha sono tutti ugualmente vuoti,
e con questa realizzazione
superò ogni sofferenza.

“Ascolta, Shariputra:
questo stesso corpo è il vuoto
e il vuoto stesso è questo corpo.
Questo corpo non è altro che il vuoto
e il vuoto non è altro che questo corpo.
Lo stesso vale per le sensazioni,
le percezioni, le formazioni mentali
e la coscienza.

Ascolta, Shariputra:
tutti i fenomeni portano il marchio del vuoto;
la loro vera natura e’ la natura
della non-nascita e non-morte
del non-essere e del non non-essere,
della non-impurita’ e della non-purezza,
della non-crescita e della non-decrescita.

Questo è il motivo per cui nel vuoto
il corpo, le sensazioni, le percezioni,
le formazioni mentali e la coscienza
non sono entità con un sé separato.

I diciotto regni dei fenomeni –
ovvero i sei organi di senso,
i sei oggetti dei sensi,
e le sei coscienze – a loro volta
non sono entità con un sé separato.
I dodici anelli della genesi interdipendente
e la loro estinzione, a loro volta
non sono entità con un sé separato.
La sofferenza, le cause della sofferenza,
la fine della sofferenza, il Sentiero,
la comprensione profonda e la realizzazione,
a loro volta non sono entità con un sé separato

Chiunque sia in grado di vederlo,
non ha più bisogno di realizzare nulla.

I Bodhisattva che praticano
la comprensione profonda che ci conduce all’altra riva
non vedono più alcun ostacolo nella loro mente,
e poiché non esiste più
alcun ostacolo nella loro mente,
possono superare ogni paura,
distruggere ogni percezione erronea
e realizzare il Perfetto Nirvana.

Tutti i Buddha del passato, del presente e del futuro,
praticando la comprensione profonda che ci conduce all’altra riva,
sono in grado di realizzare
l’Illuminazione autentica e perfetta.

Quindi, Shariputra, si sappia
che la comprensione profonda che ci conduce all’altra riva
è un grande mantra,
è il mantra che più illumina,
il mantra supremo,
il mantra incomparabile,
la vera Saggezza che ha il potere
di porre fine ad ogni tipo di sofferenza.
Proclamiamo quindi
un mantra per lodare
la comprensione profonda che ci conduce all’altra riva:

Gate gate paragate parasamgate bodhi svaha!

[Traduzione in italiano di Diana Petech e Adriana Rocco]

Vedi anche:

Sutra del Cuore – Il commento di Thich Nhat Hanh

27 mag 2016

" I CAVATORI " di Francesco Tarabella (1958) e Cave di marmo della Garfagnana












Bhaddekaratta Sutta

Da: Zen in the city

DISCORSO SUL MODO MIGLIORE PER VIVERE SOLI (BHADDEKARATTA SUTTA)






Ho udito queste parole del Buddha una volta che il Signore dimorava nel monastero del boschetto di Jeta, nei pressi della città di Sàvatthi. Chiamò a sé tutti i monaci e li istruì: “Monaci!”
E i monaci risposero: “Siamo qui”.
Il Beato esordì: “Vi insegnerò cosa si intende quando si dice cono­scere il modo migliore per vivere soli’. Comincerò con i tratti essenziali dell’insegnamento e poi vi darò una spiegazione dettagliata. Monaci, vi invito ad ascoltare con attenzione”.
“Beato, ti ascoltiamo”.
Il Buddha insegnò:
“Non inseguite il passato.
Non perdetevi nel futuro.
Il passato non c’è più;
il futuro non è ancora arrivato.
Osservando a fondo la vita così com’è
proprio qui e ora,
il praticante dimora
nella stabilità e nella libertà.
Dobbiamo essere diligenti oggi,
domani sarebbe troppo tardi:
la morte arriva inaspettata.
Come si può scendere a patti con essa?
Il saggio chiama una persona
che dimora nella presenza mentale
notte e giorno
“colui che conosce il modo migliore per vivere solo”.
Monaci, che cosa significa “inseguire il passato”? Quando uno con­sidera come era il suo corpo in passato, come erano le sue sensazioni in passato, come erano le sue percezioni in passato, come erano le sue for­mazioni mentali in passato, come era la sua coscienza in passato, quando considera queste cose e la sua mente è oppressa e attaccata a queste cose che appartengono al passato, allora quella persona insegue il passato.
Monaci, che cosa significa “non inseguire il passato”? Quando uno considera come era il suo corpo in passato, come erano le sue sensazio­ni in passato, come erano le sue percezioni in passato, come erano le sue formazioni mentali in passato, come era la sua coscienza in passato, quando considera queste cose ma la sua mente non si attacca a queste cose che appartengono al passato e non ne è resa schiava, allora quella persona non insegue il passato.
Monaci, che cosa significa “perdersi nel futuro”? Quando uno con­sidera come sarà il suo corpo in futuro, come saranno le sue sensazioni in futuro, come saranno le sue percezioni in futuro, come saranno le sue formazioni mentali in futuro, come sarà la sua coscienza in futuro, quando considera queste cose e la sua mente è oppressa e fa sogni a oc­chi aperti su queste cose che appartengono al futuro, allora quella per­sona si sta perdendo nel futuro.
Monaci, che cosa significa “non perdersi nel futuro”? Quando uno considera come sarà il suo corpo in futuro, come saranno le sue sensa­zioni in futuro, come saranno le sue percezioni in futuro, come saranno le sue formazioni mentali in futuro, come sarà la sua coscienza in futu­ro, quando considera queste cose ma la sua mente non è oppressa e non fa sogni a occhi aperti su queste cose che appartengono al futuro, allora quella persona non si sta perdendo nel futuro.
Monaci, che cosa significa “essere sopraffatti dal presente”? Se qual­cuno non studia e non impara nulla del Risvegliato o dei suoi insegna­menti di amore e comprensione, o della sua comunità che vive in ar­monia e consapevolezza; se quella persona non sa nulla dei nobili inse­gnanti e dei loro insegnamenti, non pratica quegli insegnamenti e pen­sa: “Questo corpo è me; io sono questo corpo. Queste sensazioni sono me; io sono queste sensazioni. Questa percezione è me; io sono questa percezione. Questa formazione mentale è me; io sono questa formazio­ne mentale. Questa coscienza è me; io sono questa coscienza”, allora quella persona si sta lasciando sopraffare dal presente.
Monaci, che cosa significa “non lasciarsi sopraffare dal presente”? Quando uno studia e sa qualcosa del Risvegliato, dei suoi insegnamen­ti di amore e comprensione, della sua comunità che vive in armonia e consapevolezza; se quella persona conosce i nobili insegnanti e i loro insegnamenti, pratica quegli insegnamenti e non pensa: “Questo corpo è me; io sono questo corpo. Queste sensazioni sono me; io sono queste sensazioni. Questa percezione è me; io sono questa percezione. Questa formazione mentale è me; io sono questa formazione mentale. Questa coscienza è me; io sono questa coscienza”, allora quella persona non si sta lasciando sopraffare dal presente.
Monaci, vi ho presentato il riassunto e la spiegazione dettagliata sul modo migliore per vivere soli”.
Così il Buddha insegnò e i monaci gioirono nel mettere in pratica i suoi insegnamenti.
Bhaddekaratta Sutta, Majjhima Nikaya 131
Traduzione da Canti e recitazioni di Plum Village, Nobile, 2000.

Nota sull’espressione “vivere soli”

La traduzione del titolo di questo sutra è stata oggetto di ampia discussione, dal momento che l’espressione “vivere soli” può facilmente prestarsi a equivoci. SecondoDiana Petech, insegnante  di Dharma della tradizione di Thich Nhat Hanh (“Thay”), “vivere soli” è solo una delle tante possibili traduzioni. Ecco cosa dice in una email inviata a un gruppo di discussione:
Nel Canone Pali sono due i sutra che hanno più o meno lo stesso contenuto – e Thay li ha voluti riportare tutti e due nel Canto del cuore: – il Bhaddekaratta sutta  e ilTheranamo sutta. Il Theranamo parla appunto di quel monaco di nome Thera che amava tanto vivere solo. Per analogia, sulla base del Theranamo si è tradotto con “soli” anche l’ “ek” contenuto nel titolo del Bhaddekaratta (ek in sanscrito e in Pali significa “uno”), ma quella è solo una delle tante possibili traduzioni.
Su questo titolo misterioso ci si è molto interrogati, si è molto studiato e molto scritto; chi è interessato veda il corposo studio di Bhikkhu Nanananda, in inglese).
Il commento di Thay, innovativo, in cui lui nel Bhaddekaratta legge “soli” come “unificati nel qui e ora” è contenuto nel discorso di Dharma Finding our True Hometenuto al Deer Park il 12 ottobre 2013 (all’inizio, fino a 17’35”). Qui Thay considera che quando ci perdiamo nel passato o nel futuro è come se in noi ci fossero due persone, una che resta col corpo nel presente e una seconda che si sposta con la mente nel passato o nel futuro, appunto.
[La foto è di Dalibor Tomic]

Punti significativi della dottrina originaria del Buddha

"Sono questi i punti significativi della dottrina originaria del Buddha:

1. le quattro verità;
2. la legge della produzione condizionata;
3. il sentiero etico in otto fasi;
4. la concezione del samsàra e del nirvàna;
5. l’insufficienza di ogni dottrina, quindi dello stesso buddhismo, qualora assunta come un referente dogmatico." 


(da "La filosofia indiana (eNewton Il Sapere)" di Leonardo Vittorio Arena)

Nobile silenzio

"Accanto a questa parte «costruttiva», esiste una parte «distruttiva» dell’insegnamento del Buddha, non meno significativa. Ai discepoli che insistevano a porgli questioni metafisiche, l’Illuminato replicava con un «nobile silenzio». In effetti, si limitava a comunicare le nozioni utili ai fini della liberazione. È un importante monito alle filosofie e alla razionalità concettuale. Buddha si dichiarava «libero dalle opinioni» (Majjhima nikàya, 77). Non è certo con la riflessione speculativa che si potrà raggiungere il nirvàna, cioè l’interruzione del «ciclo delle nascite e delle morti» (samsàra)." 


(da "La filosofia indiana (eNewton Il Sapere)" di Leonardo Vittorio Arena)

Ottuplice sentiero

"Per sollecitare i suoi discepoli alla produzione della consapevolezza autentica, e pervenire incontro alle esigenze di quelli immaturi o meno accorti, Buddha enunciò le otto fasi di un percorso etico ottimale. 1. Retta visione. La realtà dev’essere vista come un flusso costante, in cui niente permane. È la condizione mentale preliminare all’addestramento. 2. Retto scopo. Ogni azione deve corrispondere a una finalità etica prestabilita, in modo da risultare in armonia con tutti. 3. Retta parola. L’adepto sarà sempre sincero con il prossimo, astenendosi dalle critiche inutili. 4. Retta azione. Ovvero: assoluta correttezza nell’operato, nell’eliminazione di qualsiasi tendenza egoistica. 5. Retto modo di sostentarsi. Verrà scelta un’occupazione lecita, che non rechi alcun danno alle creature. 6. Retto sforzo. Ogni attività quotidiana dovrà essere svolta cercando di dare il meglio di sé, attraverso un perfetto controllo delle passioni. 7. Retta concentrazione. Si imparerà a concentrarsi su un oggetto, un punto o un’attività, al fine di esercitare l’attenzione e attingere la conoscenza intuitiva. È la condizione preliminare, parzialmente mutuata dallo Yoga, alla fase successiva. 8. Retto raccoglimento interiore (samàdhi). Il termine è prelevato dallo Yoga, e allude a una pratica meditativa impeccabile, condotta con estrema consapevolezza e nel totale dominio di se stessi." (da "La filosofia indiana (eNewton Il Sapere)" di Leonardo Vittorio Arena)

Buddismo in 4 parole

Buddha si decise finalmente a divulgare la sua dottrina, cioè il proprio training personale. E lo fece al Parco delle Gazzelle, nel suo celebre Sermone di Benares. La teoria delle «quattro nobili verità» è il fondamento del discorso. Si tratta delle seguenti: 1. la vita è piena di dolore; 2. la sete di esistere è l’origine del dolore; 3. la sete di esistere può essere soppressa; 4. esiste un cammino, in varie fasi, che permette di estinguere la sete. Buddha non è pessimista: egli ammette che l’esistenza è caratterizzata dal dolore, ma proclama, nel contempo, la possibilità di estinguerlo. Formula così una diagnosi della malattia, imputandone le cause ai desideri e alle passioni, per poi prescriverne la terapia, vale a dire l’etica, opportuna. Colui che si attacca all’esistenza, è vittima della sofferenza. Egli invece si dovrebbe rendere conto della costante transitorietà delle cose, per cui niente sussiste in eterno. È una trasformazione della mentalità, l’adozione di una nuova consapevolezza che dovremmo coltivare, se vogliamo accogliere i suggerimenti di Buddha." (da "La filosofia indiana (eNewton Il Sapere)" di Leonardo Vittorio Arena)

22 mag 2016

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