30 mar 2009

Mendelssohn

“...un popolo intellettualmente insignificante e alquanto smarrito. Essi hanno una religione in cui non credono, hanno un papa e dei governanti e se ne ridono. Hanno uno splendido passato che non tengono in nessun conto. Non c’è perciò da meravigliarsi, quindi, se non riescono a godere delle cose dell’arte, se tutto quello che è bello è loro indifferente” (F. Mendelssohn: “Lettere dall’Italia”, a cura di Raoul Meloncelli. Fògola, Torino, 1983).
Questo scriveva Mendelssohn nel 1830, a proposito della vita musicale italiana di allora.

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