Non perdetevi nel futuro.
Il passato non c’è più;
il futuro non è ancora arrivato.
Osservando a fondo la vita così com’è
proprio qui e ora,
il praticante dimora
nella stabilità e nella libertà.
Dobbiamo essere diligenti oggi,
domani sarebbe troppo tardi:
la morte arriva inaspettata.
Come si può scendere a patti con essa?
Il saggio chiama una persona
che dimora nella presenza mentale
notte e giorno
“colui che conosce il modo migliore per vivere solo”.
Nota sull’espressione “vivere soli”
[La foto è di Dalibor Tomic]Nel Canone Pali sono due i sutra che hanno più o meno lo stesso contenuto – e Thay li ha voluti riportare tutti e due nel Canto del cuore: – il Bhaddekaratta sutta e ilTheranamo sutta. Il Theranamo parla appunto di quel monaco di nome Thera che amava tanto vivere solo. Per analogia, sulla base del Theranamo si è tradotto con “soli” anche l’ “ek” contenuto nel titolo del Bhaddekaratta (ek in sanscrito e in Pali significa “uno”), ma quella è solo una delle tante possibili traduzioni.Su questo titolo misterioso ci si è molto interrogati, si è molto studiato e molto scritto; chi è interessato veda il corposo studio di Bhikkhu Nanananda, in inglese).Il commento di Thay, innovativo, in cui lui nel Bhaddekaratta legge “soli” come “unificati nel qui e ora” è contenuto nel discorso di Dharma Finding our True Hometenuto al Deer Park il 12 ottobre 2013 (all’inizio, fino a 17’35”). Qui Thay considera che quando ci perdiamo nel passato o nel futuro è come se in noi ci fossero due persone, una che resta col corpo nel presente e una seconda che si sposta con la mente nel passato o nel futuro, appunto.